Abbiamo rinnovato la Sala del Commiato
Intervista agli architetti Hermann Kohlloffel e Alberto Garneri
Nel nuovo allestimento della Sala del Commiato commissionato da SOCREM Torino APS, gli architetti hanno scelto l’essenzialità delle linee come cardine del loro progetto. Evitando ogni orpello e sottraendosi all’eccessiva ridondanza di un’enfasi legata alla presenza di troppi elementi scenici, hanno perseguito con coerenza il loro intento.
Il commiato laico è una cerimonia funebre dedicata a celebrare la vita, le realizzazioni e gli affetti della persona defunta. L’ambiente in cui si svolge è sicuramente molto importante e deve rispondere a certe caratteristiche.
Com’è cambiata la nostra Sala del Commiato?
La nostra visione nasce dalla consapevolezza che il momento del lutto coinvolge le persone in modi molto diversi, a seconda del legame che avevano con il defunto, della loro origine sociale e della loro maturità emotiva. Nella ristrutturazione della sala del commiato del Tempio Crematorio di Mappano, abbiamo cercato di accogliere e armonizzare tutte queste diverse sensibilità, creando uno spazio che rappresenta l’ultimo saluto con la semplicità e la dignità che questo momento richiede.
La trasformazione della sala è profonda e radicale: tutti gli elementi decorativi superflui sono stati eliminati, lasciando spazio a una nuova architettura in cui la luce è la protagonista. Le pareti e il soffitto bianchi, disegnati come portali che si ritraggono verso il fondo della sala, guidano l’occhio e l’anima verso una riflessione sulla vita e sulla sua inevitabile conclusione. Le luci principali, orientate anch’esse verso il fondo, rappresentano un percorso senza ritorno, una metafora del cammino inesorabile verso il trapasso.
Alla fine della sala, due imponenti colonne di materiale pesante si stagliano, mentre tra di esse si erge una superficie diafana e luminosa. Questo insieme simboleggia, da un lato, la materia come limite inaccessibile all’uomo e, dall’altro, il mistero che si apre con la morte. Durante la cerimonia, la superficie luminosa pulsa e diffonde un senso di calma e di pace, permettendo agli ospiti di proiettare le loro personali aspettative e credenze. Quando la parete si apre per accogliere il feretro, una luce potente pervade l’ambiente, fondendosi con il feretro stesso fino a quando la parete diafana si richiude, segnando l’ultimo saluto. Tutta la tecnologia e le sorgenti luminose sono celate, lasciando il feretro al centro della scena senza distrazioni. Le parole, la musica e i suoni assumono così un’importanza fondamentale. La semplicità del progetto conferisce al luogo una solennità che invita alla riflessione, all’introspezione e alla serenità. In questo modo, il rito laico trova la sua completa espressione senza urtare la sensibilità di nessuno.
I nuovi arredi sono l’espressione di uno stile o rispondono a precise esigenze rituali e, in questo caso, quali?
Gli arredi scelti sono essenziali e funzionali, realizzati in legno con linee nette e geometrie semplici.
Questi elementi sono progettati per “scomparire” durante la cerimonia, per non distogliere l’attenzione dalla luce, che rimane il vero protagonista. Sedute e altri arredi, in gran parte coperti, passano in secondo piano, lasciando spazio alla luce per esprimere la sua funzione centrale.
Scarica la pagina dell’articolo tratto da SOCREM News ed. ottobre 2024